Spedizione guidata da G. Garibaldi che provocò la caduta del Regno delle
Due Sicilie e che si concluse con l'annessione del Mezzogiorno al Regno sabaudo;
ad essa presero parte inizialmente circa un migliaio di volontari, provenienti
per la maggior parte dal corpo dei Cacciatori delle Alpi. Già nei decenni
precedenti la
s. dei M., diversi esponenti del campo democratico avevano
affermato la necessità di una insurrezione armata che coinvolgesse
direttamente le popolazioni meridionali: gli sporadici tentativi di dar vita ad
un movimento rivoluzionario (come la spedizione di Sapri organizzata da
Pisacane) si erano risolti tuttavia in un fallimento. La
s. dei M. fu
preparata a lungo con l'apporto decisivo di uomini come F. Crispi e R. Pilo;
osteggiata da Cavour, essa trovò invece l'appoggio di Vittorio Emanuele
II. Dopo essersi impadroniti di due piroscafi, il
Piemonte e il
Lombardo, i volontari salparono da Quarto (Genova) il 5 maggio 1860,
fecero scalo a Talamone (in Toscana) dove si rifornirono di armi e munizioni,
arrivarono a Marsala l'11 maggio. Dopo tre giorni dallo sbarco Garibaldi,
accolto con entusiasmo dalla popolazione, assunse a Salemi la dittatura in nome
del re Vittorio Emanuele II. Il primo scontro con i borbonici si verificò
a Calatafimi (15 maggio) e si concluse con una netta vittoria dei garibaldini,
che si aprirono in tal modo la via a Palermo; nella città essi giunsero
il 27 maggio e ne ottennero il completo controllo dopo alcuni giorni di aspre
lotte con i soldati del Regno. Mentre Garibaldi liberava anche la Sicilia
orientale, grazie ad una nuova vittoria sui borbonici a Milazzo (20 luglio),
altri contingenti di volontari salparono dall'Italia settentrionale per portare
rinforzi. Il rapido successo delle truppe garibaldine causò tuttavia
anche problemi di gestione politica: si scontravano infatti due linee opposte,
quella di Cavour, che pensava ad una immediata annessione della Sicilia al Regno
sabaudo, e quella di Garibaldi, che mirava a una unione con tempi più
lunghi. Allo scopo di liberare Napoli, Garibaldi intanto preparò il
passaggio dello Stretto di Messina, ormai forte dell'appoggio di più di
20.000 uomini. Sbarcati sulle coste calabre il 1° agosto 1860 ed elusa
facilmente la flotta borbonica, i volontari conquistarono Reggio Calabria dopo
una breve resistenza delle truppe regie e cominciarono la loro marcia verso
Napoli. Mentre il re Francesco II con la regina Maria Sofia si rifugiava insieme
a pochi soldati rimastigli fedeli nella fortezza di Gaeta, Garibaldi
entrò a Napoli il 7 settembre. La battaglia sul Volturno (1 e 2 ottobre)
si concluse con la vittoria definitiva dei garibaldini sui borbonici: oltre a
segnare la fine del Regno borbonico, essa fu anche l'ultimo atto della
spedizione. Dopo essersi incontrati a Teano il 26 ottobre, Garibaldi e Vittorio
Emanuele II entrarono insieme a Napoli il 7 novembre e, in seguito alla
proclamazione dei risultati dei plebisciti, Garibaldi rassegnò i poteri
dittatoriali nelle mani del sovrano.
Curiosità.
I Mille erano in realtà un po' di più: 1089 per la precisione, e uno di loro
era una donna. Circa duecento provenivano da Bergamo ed il più giovane aveva 11
anni.